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TERMOLI

TERMOLI

15 Maggio 2018

Gran bella tappa quella molisana. Siamo arrivati a Termoli sull’onda lunga di un finesettimana intenso. Positivo e intenso. Siamo arrivati circondando la Destinazione: io da Monopoli, Leonardo Antonelli dalle Marche, Francesco Mongiello, Maria Antonietta Tortola, Rosanna Esposito e Goffredo D’Andrea, ovvero l’intero distaccamento molisano del Revenue Team e – per l’occasione – Franco Grasso direttamente da Roma.

È stata una gran bella tappa nonostante fosse cominciata così…

Non ci si lasci ingannare dalle immagini: è soltanto il metodo di Leonardo e Goffredo per assicurarsi che la qualità del cibo sia alta. Anche questo è Grand Tour.

Ma procediamo con ordine: il finesettimana. Team building a Nettuno. Un giorno e mezzo tutti in campeggio, non capita spesso.

Va bene, non proprio tutti. Ma anche chi non è potuto venire è stato insieme a noi con il cuore e pure portando belle notizie: le migliori e quelle più liete in assoluto.

Nuovi potenziali colleghi forecast manager che tra una ventina d’anni potrebbero occuparsi della zona di Marte. Si scherza. Si sa che su Marte preferiscono dare tutto in allotment alle agenzie.

Si diceva del team building. Bello. Siamo stati bene e ci siamo divertiti. Grazie a Massimo, è stata ufficialmente inserita nell’impeccabile organizzazione di Oana addirittura una partita di calcetto. Oddio. Più che calcetto sembrava l’ora di punta di un souk di Marrakech.

Quantitativamente e palesemente troppi per uno spazio di dimensioni regolamentari. Nella confusione, potrebbe non essere evidente quanto sia mancato qualcuno sulla fascia sinistra. Non sarebbe stato lecito pretendere divise ufficiali (anche se ce l’abbiamo). Forse neanche aspettarci almeno una maglietta della stessa tonalità di un’altra, ma nessuno si sarebbe mai aspettato che Franco Laico si confondesse con la maratona.

Nonostante le premesse, nonostante condizioni fisiche che per la maggior parte di noi sarebbe stato complimentoso definire “disastrose”, nonostante tutto, la partita è stata decisamente avvincente. Un continuo capovolgimento di fronte senza capo né coda che ha prodotto attimi – in senso letterale – di vero spettacolo. Uno spettacolo da godersi senza stare a chiedersi dove va a finire il pallone. Tanto si prende. Enorme prova del portiere della squadra contro cui giocavo. Come sempre. Simone ha parato tutto. O quasi.

Un salomonico pareggio era l’unico risultato possibile per far contenti tutti. E sicuramente meno importante dell’altro: nessun ferito, nemmeno lieve. Un ringraziamento sentito va alle nostre colleghe che, piene di misericordia, hanno deciso di assistere all’incontro e di accompagnare le nostre pessime gesta sportive non facendoci mai mancare supporto e tifo.

A parte i Franchi e ovviamente lo staff del campeggio, hanno segnato praticamente tutti. Persino Riccardo e Goffredo. Se il primo c’è un po’ più abituato, il secondo è sempre attento alle tendenze del momento. Motivo per cui si è addirittura trovato al centro di un episodio da Var. Era gol, comunque. Però abbiamo avuto il dubbio e la Var ci avrebbe fatto comodo. Ci avrebbe fatto comodo perché grazie alla nuova tecnologia oggi si può distinguere ciò che è da ciò che sembra essere.

Nemmeno il tempo di chiudere i portabagagli e prendere la Pontina che ci ritroviamo a Termoli. Accolti da un bel pubblico di operatori, imprenditori, dirigenti scolastici e associazioni e passiamo un bel pomeriggio intenso.

Tutti insieme per la Var alla Destinazione.

Abbiamo passato più di 4 ore a distinguere ciò che sembra da ciò che è. Ad esempio, sembra bello essere oggi già pieni per luglio e agosto. E invece si perdono soldi. Sembra comodo poter vendere l’alta stagione direttamente senza intermediari. E invece si perdono soldi e visibilità.

Un peccato per i singoli ma – ancora di più – un peccato per tutti. Sembra facile lavorare in famiglia. E invece è difficile perché devono amalgamarsi bene sentimenti, storia, ambizioni, ruoli e produttività. Sembra brutto abbassare troppo i prezzi della bassa stagione. E invece porta occupazione, fatturato, brand reputation, consumi interni e persone sulla destinazione. A proposito. Sembra facile fare Destinazione.

Qui ci vuole di nuovo la Var. Per rilevare che altre volte ciò che sembra è anche ciò che è. Infatti la Destinazione si crea con le persone. Magari le stesse 50 persone che erano presenti ieri nell’aula dell’Istituto Tecnico G. Boccardi a Termoli. Le stesse persone che potrebbero decidere di non considerare ciò che adesso sembra un ostacolo o una paura. Potrebbero decidere di agire pensando a quante persone in più potrebbero voler conoscere la città, il mare, la regione, la cucina, il vino. Potrebbero vedere le evoluzioni potenziali e pensare a quanto sono vicine le Tremiti e che fare Destinazione significa fare Sistema.

Questo abbiamo fatto tutti insieme a Franco Grasso ieri pomeriggio. Abbiamo guardato i numeri e rilevato le informazioni sulla destinazione di Termoli e poi abbiamo tutti insieme guardato ciò che è e ciò che sembra essere. Ossia quello che cerchiamo di fare in ogni tappa del Grand Tour.

Ieri, però, lo abbiamo fatto in modo un po’ diverso. Diverso perché c’è stato un sentire particolare, non usuale e che si sentiva in platea. Certamente merito anche della presenza e delle parole di clienti affezionati diventati ormai vecchi amici: importante la testimonianza della famiglia Muccilli che vive il Revenue da anni e con noi lo ha portato a Campitello Matese.

Potremmo sbagliarci ma più che partecipazione o speranza, in questo caso sembrava fiducia. Potrebbe darsi fosse fiducia nel poterlo e volerlo fare. Destinazione. A Termoli, in Molise. Sarebbe bello. Dopo le altre esperienze di Revenue di Destinazione, noi siamo sicuramente molto curiosi di vedere che risultati potrebbe avere Termoli. Ma prima dei risultati, tocca alle persone. Per l’ultima volta ci serve la Var ed è per sciogliere l’ultimo dubbio: ieri è sembrato si parlasse di alberghi e di camere. E se invece avessimo parlato di persone?

Giorgio Moglioni

Revenue Team

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